A cura di Luca Lenzini, Lorenzo Pallini, Pietro Orlandi
La parabola creativa di Fortini non si riduce al versante
poetico o a quello saggistico, ma si concretizza in un’intensissima pratica
traduttiva e meta-traduttiva, dove il gesto di resa in un’altra lingua si
ibrida e si arricchisce attraverso una costante riflessione sul proprio
operato.
Esemplari a questo proposito sono i paratesti che
accompagnano le sue traduzioni, vere e proprie architetture saggistiche. Si
pensi all’Introduzione. Per i criteri del traduttore della sua versione
del Faust nei “Meridiani” Mondadori (1° ed. 1970) o, solo per fare
qualche altro esempio, agli scritti introduttivi al Jean Santeuil di M.
Proust (1953) o alle Poesie di Svendborg di B. Brecht (1976), fino ad
arrivare alla raffinata Nota del traduttore di Nella colonia penale e
altri racconti diF. Kafka uscita nel 1986 nella collana einaudiana
«Scrittori tradotti da scrittori». E ancora più significativa si rivela la
pratica (o meglio “meta-pratica”) fortiniana della traduzione nella silloge Il
ladro di ciliege, uscita per Einaudi nel1982, che a ben vedere
risulta un finissimo autoritratto, come recita il breve scritto collocato sulle
alette della sovraccoperta: «Il poeta ha costituito, per voci interposte, un
personaggio (o un diverso autoritratto) e lo propone al dialogo con le altre
figure del sé che il lettore può conoscere dai suoi versi e dagli scritti in
prosa».Coronamento di questo bagaglio esperienziale le postume Lezioni
sulla traduzione,a cura di M.V. Tirinato, interventi seminariali tenuti
da Fortini nel novembre del 1989 presso l’Istituto di Studi Filosofici di
Napoli, in cui il poeta-saggista ripercorre le tappe del proprio apprendistato
traduttivo, nonché i debiti intercorsi tra la sua poetica e quella dei testi
tradotti.
In tutte queste variegate sedi, Franco Fortini ribadisce
l’importanza della traduzione quale campo riflessivo e critico: lo studio delle
traduzioni appare essenziale, non solo per una migliore comprensione delle
coordinate del sistema letterario-stilistico italiano, ma per un’indagine dei
rapporti socio-politici, che sono sempre il riflesso – ora trasparente, ora
obliquo – di un paesaggio storico più vasto, il volto materiale di un’altra
dimensione.
Franco Fortini, Autoritratto mutilo, databile 1935, carboncino sfumato ed acquerello su carta, Fondo Franco Fortini, Biblioteca di Area Umanistica, Università di Siena (inv. n. F4 202). Per gentile concessione di Hanna Gentili
La fortuna di Franco Fortini supera i confini nazionali.
In un clima di rinnovata e costante attenzione alla sua produzione creativa, numerose
sono le traduzioni delle sue sillogi poetiche e saggistiche in varie lingue
straniere; solo per citarne alcune, in inglese: Poems (1978), a cura di
M. Hamburger; Summer is not all. Selected poems (1992), a cura di P.
Lawton; 10 Poems (2012), a cura di E. Passannanti; The Dogs of the
Sinai (2013) e A Test of Powers (2016), a cura di A. Toscano, ma si
ricordi altresì la monografia The Ethical Muse of Franco Fortini di T. E.
Peterson del 1997, che forniva numerosi componimenti poetici fino ad allora mai
tradotti; in francese: Une fois pour toutes. Poésie 1938-1985 (1996), a
cura di B. Simeone e J.-C. Vegliante; La conscience aux extrêmes. Ecrits sur
les intellectuels 1944-1994 (2019), a cura di A. Cavazzini; Leçons sur
la traduction (2021),a cura di J. Ball, I. Bouslama e L. Visona, e
da ultimo Feuille de route (2022), a cura di G. Camin e B. Casas;
in catalano: Nou poemes de Franco Fortini (2017), a cura di N. Comadira;
in castigliano: la traduzione, a cura di C. Gerhard, dell’antologia Il
movimento surrealista (El movimiento surrealista) nel 1962; quella
di Verifica dei poteri (ed. 1969), Los poderes culturales (1970),
a cura di R. Di Prisco, e le recentissime traduzioni poetiche compiute da Y. Cruz
Lezcano; in portoghese: O movimento surrealista (1965), a cura di A.
Ramos Rosa, e le traduzioni di “Forse il tempo del sangue ritornerà…” (“Talvez
o tempo do sangue voltará...”), Traducendo Brecht (Traduzindo
Brecht) e La gioia avvenire (A alegria por vir), a cura di C.
Tavares Alves nel 2021; in tedesco: Die Vollmacht. Literatur von heute und
ihr sozialer Auftrag (1968), a cura di F. Kollmann; Composita solvantur.
Die späten Gedichte (2002), a cura di M. Bauschulte; Nichts ist sicher,
aber schreibe. Ausgewählte Gedichte (2023), a cura di H. Raimund.
In occasione di Fortini24 abbiamo raccolto delle letture in traduzione di
Yuleisy Cruz Lezcano,
Thomas
E.
Peterson, Susanna Rafart i Corominas, Barry Schwabsky, Jean-Charles Vegliante.
legge Canto degli ultimi partigiani (in Foglio di via), Agli amici (in Poesia e errore), La partenza (in Una volta per sempre), I lampi della magnolia e Agli dèi della mattinata (in Questo muro), Le piccole piante (da Composita solvantur)
Yuleisy Cruz Lescano è una poetessa italiana di origine cubana. Ha vinto numerosi premi letterari. Il suo libro più recente è Demamah : il Signore del deserto (2019)
legge Camposanto degli Inglesi (in Poesia e errore), Gli alberi e Sonetto del ragno (in Questo muro), Nota su Poussin e Allora comincerò (in Paesaggio con serpente)
Thomas Peterson insegna letteratura italiana all’Università della Georgia (USA). Tra i suoi numerosi libri ricordiamo The Ethical Muse of Franco Fortini (1997). È membro del Centro di ricerca Franco Fortini dal 1995.
legge E così una mattina… (in Composita solvantur)
Susanna Rafart i Corominas è una poetessa spagnola e autrice di narrativa e di saggi. Si è laureata in Filologia Ispanica (1985) e Filologia Catalana (1992) presso l'Università Autonoma di Barcellona. Nel 2005 ha pubblicato da Crocetti Pozzo di neve.
legge Il comunismo (in Una volta per sempre) e La realtà (in L’ospite ingrato)
Barry Schwabsky è un critico d'arte, saggista e poeta americano. Ha insegnato alla School of Visual Arts, al Pratt Institute, alla New York University, alla Yale University e al Goldsmiths College; scrive su “The Nation” ed è autore di numerosi studi sull’arte contemporanea.
legge Giardino d'estate, Pechino
Saggista, docente alla Sorbonne Nouvelle di Parigi, poeta e traduttore di classici e contemporanei della letteratura italiana, Vegliante ha curato numerose versioni delle poesie di Fortini: si ricorda qui la silloge F. Fortini, Une fois pour toutes (poesie 1938-1985, avec 2 inedits), Federop, Gardonne 1986 (in collaborazione con Bernard Simeone). Collabora con il Centro di ricerca Franco Fortini dalla sua fondazione.